Erasmus+ in Epiro: i nostri "erasmiani" cittadini del mondo.
ALLA COMUNITÀ EDUCATIVA
«Language is the road map of a culture. It tells you where its people come from and where they are going.»
Rita Mae Brown
Il 26 settembre si celebra la Giornata europea delle lingue. Questa ricorrenza, istituita dal Consiglio Europeo a partire dal 2001, si propone importanti obiettivi educativi:
- Sensibilizzare il pubblico sull’importanza dell’apprendimento delle lingue per potenziare il plurilinguismo e la comprensione interculturale;
- Promuovere la ricca diversità linguistica e culturale dell’Europa;
- Favorire l’apprendimento delle lingue per tutto l’arco della vita, sia a scuola sia nell’ambito di attività extrascolastiche.
Nella mattinata del 20 settembre, si è svolto un incontro tra i nostri erasmiani e i loro coetanei greci in una scuola superiore di Καναλλάκι, nel comune di Parga.
Dopo la festosa accoglienza da parte degli studenti e studentesse, il Preside ha rivolto il suo caloroso discorso di benvenuto in lingua greca, seguito dagli interventi del prof. Roubis e dalla prof.ssa Grassi che ha portato i saluti e i ringraziamenti del Dirigente Scolastico, prof. Sergio Arizzi, e di tutta la comunità educativa del “Da Vinci”; successivamente due allieve, una per le due scuole partecipanti, hanno salutato, in lingua inglese, il pubblico presente in platea, in una polifonia di suoni linguistici unici e diversi, ma uniti dai valori dell’ Erasmus: inclusione, pari opportunità, sostegno all’istruzione, coesione sociale, collaborazione e creatività.
È stato come respirare un’aria di cosmopolitismo «perché imparare una lingua è un passo verso l’apertura e il rispetto per le altre culture», ha affermato l’ex segretaria generale del Consiglio europeo Marija Pejčinović Burić in un messaggio augurale del 2021.
La giornata si è conclusa nella palestra della scuola tra danze e canti.
Riportiamo, in versione integrale, i pensieri di due nostri allievi: “È stata una esperienza davvero toccante. Abbiamo ricevuto una festosa e affettuosa accoglienza sia da parte del preside che da parte di tutti i ragazzi e a seguire, dopo dei coinvolgenti discorsi iniziali, ci hanno sorpresi con delle danze tipiche, a cui poi abbiamo partecipato. Sono felicissima e estremamente grata di aver potuto fare questa esperienza che ci ha arricchiti tutti dal punto di vista culturale.”
"Il nostro arrivo alla scuola superiore di Καναλλάκι era certamente accompagnato da tanta curiosità quanta tensione, ma appena arrivati i gioiosi studenti ci hanno accolto come se frequentassimo quella scuola con loro. Ci hanno fatto sentire graditi proprio come loro compaesani e dopo aver partecipato a vivaci balli tradizionali greci, avevamo già legato e stretto amicizia. Nonostante la nostra lontananza sia effettiva che linguistica, ricorderemo con piacere questo esperienza di scambio culturale.”
Era il lontano 1969 quando la pedagogista Sofia Corrado ideò l’Erasmus (European Region Action Scheme for the Mobility of University Students), successivamente diventato il Programma Erasmus nel 1987, quando ancora non c’era l’Unione Europea, quando ancora si ergeva il muro di Berlino, nefando monumento della Guerra Fredda, e l’euro era ancora lontano. Dunque da una donna lungimirante nasceva un programma rivoluzionario.
In una intervista rilasciata alcuni anni fa ad un giornalista che le chiedeva se il termine Erasmus fosse un tributo a Erasmo da Rotterdam, teologo viandante, autore dell’Elogio della follia, così “Mamma Erasmus”, come affettuosamente viene chiamata, rispondeva:
“Il nome del Programma in realtà nasce da un acronimo che in parte è stato costruito ad arte (European Region Action Scheme for the Mobility of University Students). Tuttavia, il personaggio di Erasmo da Rotterdam si presta benissimo a rappresentare alcuni aspetti che lo animano. C’è il tema del viaggio innanzi tutto, dell’amore per lo studio, e sì, perché no, quel pizzico di follia che è alla base di tutti i sogni che ci sembrano irrealizzabili. Cambiare le cose è uno di questi e senza un po’ di follia si rischia la resa.”
Sì, ci vuole follia per sognare, ci vuole follia per cambiare, perché “da questa impura sorgiva nascono le grandi imprese degli eroi […], con questa si reggono i poteri militari e civili, le religioni, i consigli, i tribunali, insomma la vita umana, nel suo insieme, non che è un gioco, il gioco della pazzia”, scriveva il succitato umanista olandese.
«Gli Erasmiani - sostiene Corradi - imparano a galleggiare in mezzo ai marosi della vita, a cavarsela da soli nelle difficoltà».
Ci auguriamo che anche i nostri “erasmiani”, dopo aver vissuto questa preziosa esperienza, siano in grado di cavarsela da soli, ritornino persone cresciute e mature, che sappiano dialogare con chi è di cultura diversa e che i loro sogni siano quelli di ragazzi e ragazze europee.
«A me l’Erasmus ha cambiato la vita».
Σαν βγεις στο πηγαιµό για την Ιθάκη,
να εύχεσαι να 'ναι µακρύς ο δρόµος,
γεµάτος περιπέτειες, γεµάτος γνώσεις.
Τους Λαιστρυγόνας και τους Κύκλωπας,
τον θυµωµένο Ποσειδώνα µη φοβάσαι,
τέτοια στον δρόµο σου ποτέ σου δε θα βρεις,
αν µεν η σκέψης σου υψηλή, αν εκλεκτή
συγκίνησης το πνεύµα και το σώµα σου αγγίζει.
Τους Λαιστρυγόνας και τους Κύκλωπας,
τον άγριο Ποσειδώνα δεν θα συναντήσεις,
αν δεν τους κουβαλείς µες στην ψυχή σου,
αν η ψυχή σου δεν τους στήνει εµπρός σου.
Kostantinos Kavafis, Itaca vv. 1-12
Prof.sse
L. Sanguigni & A. Grassi