Messaggio di Auguri del Dirigente - Natale 2025/Capodanno 2026

ALLA COMUNITÀ EDUCATIVA 

Annum novum faustum tibi et ad omnia, quae recte cupis, prosperum cum tibi tum domino nostro patri tuo et matri et uxori et filiae ceterisque omnibus, quos merito diligis, precor.

Da Marco Cornelio Frontone a Marco Aurelio

Fronto: Ad M. Caesarem, 5.45

Care studentesse e cari studenti, gentili lavoratrici e gentili lavoratori della conoscenza, stimati amici della comunità del Liceo “Leonardo da Vinci”, sono stato fino a poche ore fa con voi, sotto lo stesso tetto che ospita la nostra biblioteca "Alfredo Fiorini", il nostro Auditorium “Fernando Gambacurta”, i laboratori, il "Complesso Ipazia" e il "Punto Giovani" — luoghi concreti, vivi, in cui si formano sapere, passione e responsabilità. È questa la nostra casa collettiva: non un semplice edificio, ma un cantiere di cultura e formazione
Natale è, per molti, festa di calore e di luce; per altri — troppo spesso — rappresenta un periodo d’attesa angosciosa, di conti da far quadrare e di porte chiuse. E qui si innesta la verità che non possiamo rimandare: ci sono persone, nella nostra terra e nel nostro Paese, che quest’anno vivranno un Natale d'incertezza. Operaie ed operai che lottano per il lavoro (si veda il settore siderurgico e a livello locale quello logistico o agricolo); famiglie che temono la cassa integrazione o il licenziamento; dipendenti i cui stabilimenti sono al centro di decisioni che non si limitano ad occuparsi di produzione e profitti, bensì determinano il destino di vite umane. Chi lotta per il lavoro, oggi, non lotta solo per sé: lotta per la dignità del lavoro e per il respiro civile di questa nazione.
Non è tempo di sentimentalismo banale, di pacifismo retorico, di opposizione per principio ad ogni gesto. È il momento di: tenere aperti spazi reali di autonomia dentro vincoli dati, non scaricare i costi sociali sui lavoratori, non trasformare il conflitto in testimonianza sterile. È tempo di guardare in faccia la realtà con l’onestà che la scuola ci insegna: la realtà non la si edulcora; la si comprende; la si trasforma con la testa e con le mani. La nostra comunità scolastica è, per vocazione, una fucina di coscienze: non possiamo essere indifferenti di fronte a chi, per il pane, è costretto ad una scelta drammatica. Dobbiamo ricordare che il privilegio — e sì, siamo in una condizione relativamente privilegiata — non è un titolo di vanto, ma una responsabilità da esercitare.
La passione per la cultura, per la didattica innovativa e per il senso comunitario ci ha insegnato che la scuola è servizio e, appunto, σχολή (da intendersi come tempo da dedicare al miglioramento dello spirito e alla cura dell'intelletto). È un dovere dunque che il nostro istituto non resti spettatore. Chi opera in istituzioni educative e sociali non può voltarsi dall’altra parte, perché educare è anche educare alla responsabilità civile. La Conoscenza ha uno scopo morale: non è un orpello estetico, semmai un'arma per emancipare. Questa è la lezione che, attraverso progetti nonché cura degli spazi e delle attività, abbiamo imparato ogni giorno. È l'ora (καιρός) di gesti concreti. In attesa o con l'auspicio di incontrare lavoratori o esponenti consociativi, per comprendere, senza filtri, le ragioni di chi resiste, possiamo vivere un Natale fatto di regali solidali. In base alla propria sensibilità e disponibilità, tutti potranno scegliere un dono in una lista di possibilità oppure, pensando al freddo e alla malnutrizione che stanno tuttora affliggendo i bimbi del Donbass e di Gaza, optare per associazioni all'avanguardia come Save the Children o Medici Senza Frontiere.
Vi ricordiamo che anche internamente da oggi si raccolgono fondi per sostenere, nello specifico, borse di studio per medici in Mozambico, tramite l'Associazione locale Fiorini, di cui è referente scolastica la prof.ssa Carpenito. In questa stessa data, fra l'altro, ricorre la Giornata delle Nazioni Unite per la cooperazione Sud-Sud istituita dall'ONU per valorizzare il contributo crescente dei Paesi del Sud del globo allo sviluppo e alla pace nel mondo. Pertanto, in diverse realtà sono stati organizzati mercatini solidali (o altre iniziative).

A voi studenti dico: non pensate che la vostra stagione di studi sia fine a sé stessa. Il sapere vi corrobora; la forza senza coscienza è pericolosa; la coscienza senza forza è impotente. Usate il vostro tempo per riflettere, per informarvi e per impegnarvi: non esiste miglior regalo natalizio per la società di un giovane che sappia ragionare ed agire responsabilmente, lo ribadisco.

Alle famiglie e al personale dico: la nostra scuola è una comunità viva — agiamo in modo che il Natale non sia l’occasione per restare muti o fermi, bensì il tempo di progettare azioni concrete per un 2026 migliore. 
Sì, possiamo festeggiare: la nostra scuola ha risultati, iniziative valide, buone pratiche, luoghi che testimoniano impegno ed eccellenza. Tuttavia, gioire non significa dimenticare. Chi possiede poco ha almeno diritto alla nostra solidarietà; chi lotta per il lavoro ha diritto al nostro rispetto e alla nostra voce. La coesione che invochiamo non è falsa unità del convenire, semmai robusta costruzione di solidarietà attiva: documenti, incontri, riscontri, scambi con chi soffre e mutuo soccorso.

Concludo con lo stile che queste aule appena lasciate amano: franco, diretto e senza fronzoli. Celebriamo il Natale con la gioia che ci è dovuta, ma facciamo che la nostra gioia produca qualcosa: un gesto, una parola, un impegno. Così la nostra festa sarà vera, non vuota; così il nostro privilegio sarà giustificato dagli impegni che avremo saputo assumere.

Auguro a tutti voi un Natale e un nuovo Anno solare che si sostanzino di luce — per voi e per chi, oggi, chiede una mano. E, se la parola della cultura ha un valore, che oggi si trasformi in fatti, perché la scuola non è soltanto custode di sapere: è officina di futuro.

Felix Dies Nativitatis vobis sit! Et, per dirla alla Tibullo, succensa sacris crepitet bene laurea flammis,/omine quo felix et sacer annus erit" (trad. "Che il luccichio propizio dell'alloro nella fiamma sacra possa annunziare un anno felice e sacro!).