Albano Laziale - VIII Edizione della Rassegna Nazionale di Teatro Antico

Pubblicato: 30 maggio 2025

"Tremendo sapere!"

Tiresia 

Quest’anno, nello splendido contest della Rassegna Nazionale di Teatro Antico di Albano Laziale, alla sua ottava edizione, si sono raggiunte ulteriori vette di purezza estetica e di spessore intellettuale. Tra i vari momenti di profonda introspezione storica e poetica, è emersa, con forza di gruppo scultereo, l’esibizione del Liceo “Leonardo da Vinci” di Terracina, che si è cimentato in un adattamento dell'Edipo re: una vera epifania di corpo ed anima, un’argilla vivente modellata dalla tragica grandiosità di Sofocle.

Al centro della messa in scena non c’erano né quinte dipinte né apparati scenici superflui, ma un’architettura di corpi umani. Gli studenti del Liceo hanno trasformato il loro movimento in materia plastica, dando forma al dramma della colpa e della conoscenza con una precisione che rimanda alle migliori sculture ellenistiche. Ogni gesto – dall’odissea degli sguardi straziati di Edipo alla tensione di Giocasta, passando per il realismo di Creonte – si è tradotto in un rilievo vivente, capace di scolpire nell’animo dello spettatore la vertigine del destino.

Si è avvertita in scena la volontà di non indulgere in alcuna retorica retrogada. La regia di Alessia Barbieri Pomposelli e Silvia Manciati, col supporto prezioso di Martina Borsa e la fondamentale tutorship delle docenti Grillo e Coccoluto, ha saputo condurre i giovani attori verso una “sottrazione” delle parole e verso un’espressione intensa del dolore, addensato nei corpi e nei silenzi, da dove sono emersi anche una voce stentorea araldica e il sibilo o lo schiocco di una coreuta, che guidava le danze, rivelandosi alla fine una delle figlie di Edipo.

È un’arte della sottrazione che ricorda l’arcaico pugno di marmo di Policleto: perfetta nella misura, potente nella resa.

Non si è trattato di teatro d’accademia, ma di grido libero e scontro frontale con l’eterno, una prova di coraggio, di bellezza aspra ed incandescente, come lava sorgiva.

Il Liceo “Leonardo da Vinci” di Terracina consegna al pubblico non un semplice spettacolo, ma un monumento effimero scolpito nel tempo di poco più di un’ora. È un manifesto di resistenza culturale, un invito a riscoprire la forza delle radici e a plasmare, con l’arte del corpo, nuove possibilità di senso, attraverso un continuo cambio di fuoco scenico.

La bellezza non è ornamento, ma rivelazione: e, in questa esibizione plastica, i giovani terracinesi hanno rivelato l’anelito immortale dell’anima umana.

Li aspetteremo mercoledì 4 giugno, h. 21.30, al Teatro Romano di Terracina, per la prima assoluta in provincia di Latina. 

Il Dirigente

Prof. Sergio Arizzi