Asset - Gps ed errori dell’algoritmo: il Ministero ci ripensa. Da settembre l’algoritmo tornerà indietro nelle convocazioni
Pubblicato: 10 dicembre 2025
Per anni l’“algoritmo delle supplenze” legato alle GPS (Graduatorie Provinciali per le Supplenze) è stato raccontato come un meccanismo neutro: incrocia punteggi, precedenze e preferenze e assegna le cattedre. Nella pratica, però, la procedura informatizzata ha prodotto un effetto collaterale diventato esplosivo: docenti con punteggi alti rimasti senza incarico, mentre altri, con punteggi inferiori, risultavano nominati nei turni successivi. Il cuore del problema non è sempre “un bug”, ma la logica con cui il sistema scorre le preferenze.
Ora qualcosa si muove: a seguito delle recenti sentenze vittorie ottenute il Ministero avrebbe aperto a una correzione strutturale del meccanismo. La parola chiave è “ripescaggio”: in sostanza, l’algoritmo potrà tornare indietro e riconsiderare candidati rimasti fuori al primo giro.
Nell’attuale impianto, l’assegnazione delle supplenze da GPS avviene a partire dalle preferenze (fino a 150) espresse dagli aspiranti; l’algoritmo cerca una disponibilità compatibile e assegna. Il punto critico è che il sistema, finora, tende a “consumare” il candidato in un singolo passaggio: se nel turno in cui viene lavorato non c’è una sede compatibile tra quelle indicate, l’aspirante non viene più ripreso nei turni successivi, con l’effetto di essere trattato come “rinunciatario” di fatto e di sparire dai giri successivi.
Dal 2026 l’algoritmo “tornerà indietro”: se un candidato non ottiene l’incarico perché nel suo turno non c’erano disponibilità coerenti con le preferenze espresse, potrà essere ripreso in considerazione quando emergono nuovi posti compatibili (rinunce, spezzoni, disponibilità sopraggiunte).
È una correzione che, almeno sulla carta, punta a:
- ridurre l’effetto-lotteria dei turni (dove contava molto “in quale giro” venivi lavorato);
- tutelare graduatoria e punteggio, limitando i casi di “scavalco” percepito;
- abbassare il contenzioso, perché molti ricorsi nascono proprio dall’esclusione “automatica” dopo un turno sfortunato.
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